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Marco Covelli
Intervista a
Direttore Investimenti
Fonte

L'Economia del Corriere della Sera

PAG. 36 - del 09-set-2019
Caccia ai campioni di crescita e di valore, ma a buon prezzo

Meno obbligazioni, più azioni di valore e strategie alternative. Con una puntatina sugli Eltif. Allungando l'orizzonte temporale. È la ricetta di Marco Covelli, direttore investimenti di Ersel asset management, per costruire un portafoglio a misura dell'attuale contesto di mercato.

«Il fondo bilanciato classico sta trovando dei limiti, anche filosofici, nel livello raggiunto dai tassi di interesse, che sono negativi, in termini sia reali sia nominali, nella maggior parte dei Paesi sviluppati - spiega Covelli - Mentre lato azionario, a fronte di un quadro valutativo ragionevole, ci sono diversi fattori di rischio che minano il terreno: dal rallentamento dell'economia allo spettro di una recessione, dallo scontro sui dazi tra Usa e Cina all'intricato labirinto della Brexit».

In questo contesto trovare il rendimento non è facile. E difficilmente lo si può estrarre dall'investimento obbligazionario classico (compro e tengo). L'unica strada ancora percorribile è quella del mercato azionario. «Ma bisogna muoversi con cautela ed avendo pazienza - consiglia Covelli -. Nella parte più direzionale del nostro portafoglio, andiamo a selezionare, attraverso il gestore Walter Scott, le società di buona qualità, leader di mercato e con tassi di crescita superiori alla media. Inoltre, con il supporto dell'asset manager inglese Metropolis, stiamo puntando sul fattore così detto value, ovvero sulle aziende con solidi fondamentali e valutazioni di mercato più contenute».

Per la componente meno direzionale, quindi meno legata all'andamento del mercato, Ersel Am ha avviato una collaborazione con Anavon, un'altra società inglese, che gestirà una strategia long/short (punta sulle azioni sia al rialzo sia al ribasso). «Per motivi di diversificazione e di bilanciamento, poi, non si può prescindere dai bond - sottolinea Covelli. Devono rappresentare, però, una percentuale inferiore rispetto a quella storicamente dedicata, visti i rendimenti sottozero. Il resto del portafoglio andrebbe quindi dedicato a strategie a bassa volatilità, decorrelate dall'andamento dei mercati, come potrebbe essere la Event Driven (sfrutta gli eventi societari tipo ristrutturazioni, acquisizioni o fusioni), o a prodotti obbligazionari flessibili con un profilo di rischio mediobasso, in cui è il gestore che, libero dal benchmark, cerca di catturare il valore. Si potrebbe poi pensare di barattare un po' di liquidabilità dell'investimento con attese di ritorni maggiori. Per esempio con un Eltif che, allungando l'orizzonte temporale, investa in prestiti o cartolarizzazioni»

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Marco Covelli

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