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Nel 2025 il mondo obbligazionario si preannuncia abbastanza volatile, anche se presenta diverse opportunità per un portafoglio multi-asset. Preferenza a gestori attivi con approccio flessibile. Ne parla Corrado Ciavattini, Responsabile area Multi Asset & Multimanager Ersel AM SGR, a Focus Risparmio.
Se il 2025, almeno sulla carta, sembra avere tutti i requisiti per essere un anno favorevole ai bond, le prime settimane non sono cominciate nel migliore dei modi. Anzi. I tassi obbligazionari sono balzati a livelli che non si vedevano da mesi (in alcuni casi, perfino da anni). A gennaio i tassi decennali dei titoli USA e tedeschi, ad esempio, si sono riportati rispettivamente ai massimi dall’autunno 2023 (fino al 4,7% i treasury) e dall’estate scorsa (oltre 2,50% i bund). Per non parlare dei Gilt trentennali britannici, che sono schizzati ai massimi dagli anni Novanta.
A ruota, si sono mossi anche i rendimenti delle altre asset class, come i titoli governativi periferici europei ma anche i bond investment grade e high yield. Non pochi investitori hanno così ricordato le recenti perdite del 2022 e 2023, temendo la possibilità di un altro anno difficile. Malgrado l’inflazione sia in rallentamento (o comunque sotto controllo) e le banche centrali siano pronte ad abbassare ancora i tassi d’interesse, alcune incertezze si stagliano all’orizzonte. Da una parte c’è l’insediamento alla Casa Bianca della nuova amministrazione guidata da Donald Trump ma anche l’atteggiamento piuttosto vigile della Federal Reserve; dall’altra il complesso quadro politico di alcuni Paesi europei, come Francia e Germania, che rischiano di peggiorare la situazione. [...]
Di certo, tuttavia, quest’anno si riparte da un livello di rendimento di tutto rispetto, molto simile a quello di un anno fa e senza paragoni rispetto ai periodi precedenti, caratterizzati a lungo anche da valori anomali e negativi.
“Nonostante la volatilità nel mercato obbligazionario sia destinata a rimanere elevata, soprattutto a causa dell’incertezza legata al rientro dell’inflazione e alle politiche della nuova amministrazione americana, il nostro scenario base prevede nel medio termine tassi stabili o in graduale diminuzione rispetto ai livelli raggiunti nelle prime settimane dell’anno”, afferma Corrado Ciavattini, Responsabile area Multi Asset & Multimanager Ersel AM SGR.
“Questo, combinato con rendimenti ancora attraenti, rende l’esposizione alla duration un elemento fondamentale nella costruzione di portafoglio, sia per ottimizzare il carry sia per garantire diversificazione in caso di scenari di contrazione della crescita, che al momento consideriamo comunque poco probabili”. Gli esperti si dicono, insomma, piuttosto positivi. [...]
[...] La prudenza sul credito societario è di casa anche in Ersel AM SGR.
“Nonostante diversi elementi continuino a supportare questa classe di attivi, come la solida crescita economica globale, le politiche monetarie accomodanti, i bassi livelli di default e indebitamento aziendale, oltre all’abbondante liquidità in cerca di rendimenti più elevati, riteniamo che gran parte di questi fattori sia già riflessa nei prezzi di mercato”, spiega Corrado Ciavattini. “Ciò è evidente nel significativo restringimento degli spread di credito osservato negli ultimi due anni. In questo senso riteniamo che ci siano maggiori margini di apprezzamento su segmenti di credito ad elevata qualità, soprattutto in Europa, sia per fattori tecnici sia per la maggiore sensitività ai tassi di interesse”.
Al momento di fare selezione, perciò, la preferenza si sta spostando da strumenti passivi e direzionali a gestori attivi con approcci flessibili. “Questi gestori, grazie alla loro capacità di operare dinamicamente
all’interno dell’asset class, sono in grado di sfruttare al meglio eventuali opportunità anche di tipo relative value tra i vari segmenti del credito e al loro interno”, aggiunge Ciavattini. [...]
Più che l’impatto diretto, a condizionare i mercati – e di conseguenza le bollette – potrebbe essere l’aumento dell’incertezza. Le due facce della medaglia del caso cinese. Ne parla Giorgio Bensa, Direttore Investimenti Ersel Asset Management, al Quotidiano Nazionale.
Le prospettive di Wall Street sono positive pur in presenza di valutazioni elevate. Si teme una maggiore volatilità legata anche all'imprevedibilità delle politiche che il neo presidente deciderà di attuare. Ne parla Andrea Nascè a Affari & Finanza.
Paolo Magri
Managing Director e President Advisory Board ISPI
Se il 2024 è stato un anno di profondi cambiamenti, alcuni attesi – come le elezioni europee e americane – e altri del tutto imprevisti, come il collasso del regime di Assad in Siria, il 2025 si annuncia come l’anno in cui i grandi attori mondiali saranno chiamati alla prova dei fatti. A trasformare insomma piani, promesse e ambizioni in azioni concrete.
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