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Un maggior numero di quotazioni di aziende medio grandi può far crescere il mercato dei PIR.
Come avete colto l’avvio dei fondi PIR?
La nostra Sgr ha una lunga tradizione nel mercato delle small e mid cap. Quindi abbiamo colto con favore la novità delle soluzioni Pir compliance. Sul totale del patrimonio in prodotti Pir, circa 20 milioni sono investiti in titoli di piccole e medie dimensioni e continuiamo a credere che le small cap rappresentino la parte più interessante di Piazza Affari.
Pensate che questo trend continuerà?
Anche se le small cap hanno fatto meglio delle large cap crediamo che questo trend continuerà e quindi è corretto l’incentivo fiscale perché ne favorisce l’investimento. Inoltre, a distanza di mesi, non si sono neppure verificate le due paure principali che hanno accompagnato il lancio dei fondi PIR. Da un lato, il timore di una possibile bolla sulla sulle small cap; dall’altro il rischio di un possibile incremento dei costi per gli investitori, visto che l’offerta principale oggi è costituita da fondi comuni che non hanno aumentato i prezzi. La presenza di molti investitori istituzionali fa sì che continui ad esserci un’attenzione ai multipli.
Qual è il vostro approccio all’investimento?
Partiamo dalla storia delle società, valutiamo se i numeri sono in crescita e se c’è visibilità sui risultati o se l’azienda ha una posizione di leader nel suo mercato.
Avete aderito alle Spac?
All’inizio siamo stati abbastanza interessati perché le abbiamo interpretate come un giusto mix tra la necessità dell’imprenditore ad un processo di quotazione più veloce e l’esigenza dell’investitore. Ma nel tempo non tutte le Spac hanno mantenuto fede a questo obiettivo e al mercato questo non è piaciuto. Basta vedere i valori: tranne le prime le altre sono sotto il valore dell’investimento iniziale.
Tornando ai PIR, cosa non funziona?
Avrebbero dovuto portare a tante quotazioni, visto il potenziale che c’è in Italia. Ma sul mercato sono arrivate solo piccolissime aziende e tutte su Aim. Il perché? L’imprenditore di una media azienda spesso è allettato da prezzi che il mercato poi non è disposto a pagare. Servirebbe un atteggiamento diverso da parte delle banche d'affari ma anche chi vuole quotarsi non può pretendere di avere gli stessi multipli di chi è in Borsa da dieci anni.
Il fondo Leadersel PMI - Equity Italia, Pir compliant, ha realizzato un rendimento del 24% da inizio anno. Per generare alpha si punta sul bilanciamento tra titoli a piccola, media e alta capitalizzazione a seconda delle fasi di mercato.
Il private banking ha acquisito un significato strategico sempre maggiore per il sistema Paese in questa fase storica così delicata. Un settore che ha saputo rimontare e recuperare le posizioni pre-crisi grazie a un salto di qualità nel rapporto con la clientela.
II ritorno in grande stile dei Pir non sorprende gli operatori della prima ora, quelli che nei piani individuali di risparmio hanno sempre creduto. E può essere foriero di altrettante soddisfazioni per tutti i protagonisti: intermediari e clienti in primis. Investire ne ha parlato con Marco Covelli, direttore investimenti di Ersel Asset Management Sgr.
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